Che sia necessario un ordinamento per stringere la cinghia al marketing del junk food rivolto ai giovani, è ormai un dato di fatto. Più i giovani guardano la pubblicità di alimenti ricchi di grassi, zuccheri e sale, più aumenta in loro la voglia di consumarne, e, più ne vogliono mangiare, più ne mangerebbero, aumentando così il rischio di sviluppare obesità, diabete di tipo 2 e altre malattie legate all’alimentazione.

Non solo patologie fisiche

Da un nuovo e  approfondito studio pubblicato su Obesity Reviews , si evidenzia quanto, le aziende di alimenti e bevande zuccherate, minino fortemente le abitudini alimentari dei giovani grazie alla grande diffusione di pubblicità che incoraggia scelte alimentari scorrette. Nello studio si è inoltre evidenziato che il marketing di queste aziende, si rivolge in modo sproporzionato ai giovani, comunità a basso reddito, giovani neri e latino americani.

Una regolamentazione urgente e necessaria

Nicholas Freudenberg, coautore dello studio e professore di sanità pubblica presso la CUNY Graduate School of Public Health di New York, ha dichiarato:

“Adolescenti e giovani adulti si trovano in una fase formativa della vita in cui sono molto sensibili ai segnali di ricompensa e all’influenza dei coetanei. Hanno anche maggiori probabilità, rispetto ad altre fasce d’età, di rispondere emotivamente ai messaggi di brand aziendali che appaiono nelle pubblicità, e che possono influenzare le loro abitudini alimentari, le loro preferenze e la loro salute a lungo termine” –  “È urgentemente necessaria una regolamentazione più severa del marketing ingannevole e onnipresente di questi prodotti rivolti ai giovani”

Nello studio si riassumono venticinque anni di prove scientifiche su quanto il marketing alimentare non sano, rivolto ad adolescenti (13-17 anni) e giovani adulti (18-25 anni), sia dannoso, sottolineando che una costante e pervasiva diffusione di pubblicità e spot pubblicitari di fast food, bibite gassate, bevande energetiche, caramelle, prodotti da forno e altri alimenti e bevande non salutari ha importanti ripercussioni cognitive e comportamentali.

I risultati principali includono:

  • Aumento del consumo: oltre il 90% degli studi ha rilevato che l’esposizione alla pubblicità di cibo spazzatura ne aumenta l’assunzione.  Uno studio ha dimostrato altresì che, anche una bassa esposizione può avere effetto negativo sul giovane/bambino che la guarda;
  • “Giuro fedeltà al marchio”:l’esposizione ripetuta crea associazioni emotive positive che consolidano le preferenze a lungo termine. Anche le pubblicità che mostrano solo i loghi delle aziende che producono cibi ultra processati, inducono la voglia di mangiarne di più. Risultato? Tassi di obesità più elevati nei bambini;
  • Marketing digitale efficace:Il marketing sui social media, è una tattica in crescita che viene sempre più utilizzata per promuovere cibi poco salutari tra gli adolescenti. Questi annunci sono trasmessi dagli stessi adolescenti/bambini (peer to peer), così da rendere più difficile il riconoscimento dello spot in quanto tale: “Un’esposizione frequente è collegata a una maggiore preferenza per alimenti ipercalorici ma senza nutrimento, unitamente a una visione più positiva dei marchi che li propongono”;
  • Esiti di sovrappeso e obesità:solo il 19% degli studi ha esaminato l’impatto sulla salute, ma la maggior parte di questi ha riscontrato collegamenti tra il marketing alimentare non sano e un indice di massa corporea più elevato, aumento di peso o un aumento del rischio di obesità, in particolare a causa di alimenti ultra-processati e bevande zuccherate.

Le tattiche di marketing alimentare non salutari contribuiscono inoltre alle disparità sanitarie: “In generale, essere una persona giovane che vive in una zona o in una famiglia a basso reddito, oppure essere di razza nera o latina, è stato associato a una maggiore esposizione al marketing alimentare non sano” – affermano gli autori, definendo queste tattiche “predatorie e discriminanti “.

Pubblicità di cibo sano

Basterebbe pubblicizzare, con gli stessi mezzi, il cibo sano

Il potere dell’industria alimentare e la fragilità politica

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) considera il marketing alimentare una minaccia per la salute pubblica raccomandando ai governi di intraprendere politiche più severe per proteggere i bambini.

I dati globali mostrano che le normative governative potrebbero essere di grande aiuto e, nonostante, in Europa, ci siano città[1] che hanno intrapreso politiche virtuose, le normative attuali continuano a essere carenti. I ricercatori sollecitano di:

  • Estendere le tutele legali in modo da includere adolescenti e giovani adulti, non solo i bambini sotto i 13 anni, riconoscendo il loro continuo sviluppo cerebrale e l’elevata esposizione alla pubblicità;
  • Promuovere l’accesso ai dati del marketing che le aziende alimentari utilizzano per dimostrare in che modo le pubblicità influenzano consumi e vendite: dati che potrebbero contribuire a definire politiche più efficaci in materia di salute pubblica;
  • Regolamentare i formati digitali emergenti, tra cui le promozioni degli influencer e le pubblicità sulle app per dispositivi mobili, migliorandone la trasparenza.

Stavolta la riflessione è della scienza

Di solito chiudo gli articoli con una mia riflessione personale, stavolta passo la parola alla scienza stessa:

“Dato il peso delle prove esistenti, i decisori politici dovrebbero dare priorità a interventi normativi rigorosi per mitigare l’influenza dannosa del marketing alimentare non sano, in particolare per le popolazioni vulnerabili” – scrivono gli autori – “è giunto il momento di agire su questa vasta mole di prove”.


Video che evidenzia la potenza del marketing

Questo video è lo spot di caramelle gommose  vista da milioni di persone durante il Super Bowl del 2024; una pubblicità irresistibile che è sfociata in una grande richiesta di queste caramelle da parte dei bambini. Uno spot pubblicitario come tanti altri, apparentemente innocuo che, a detta degli studiosi, mostra invece un marketing alimentare efferato, senza etica, diventato un fattore chiave di diete inadeguate.

[1] Londra ha vietato la pubblicità di cibi e bevande non salutari nella metropolitana e sugli autobus, e vieterà le pubblicità televisive di cibo spazzatura prima delle 23:00, a partire da ottobre [2025]. Anche la Norvegia, all’inizio di quest’anno, ha vietato il marketing di cibi e bevande non salutari rivolto ai bambini.


Fonti e Riferimenti

https://usrtk.org/healthwire/unhealthy-food-makers-target-youth-with-pervasive-ads-long-term-health-risks/

Ilieva RT, Gottlieb N, Christian H, Freudenberg N. Esposizione e impatto del marketing alimentare non sano su adolescenti e giovani adulti: una revisione narrativa e un programma di ricerca . Obesity Reviews . Pubblicato online il 10 giugno 2025. doi:10.1111/obr.13957