Venerdì 20 giugno il Consiglio dei ministri ha rinviato l’entrata in vigore della sugar tax al primo gennaio 2026. Confermata, dunque, la volontà del governo di ritardare l’imposizione della tassa sulle bibite zuccherate, che avrebbe dovuto entrare in vigore il primo di luglio 2025. Ricordiamo che l’imposta era stata introdotta dal secondo governo Conte nel 2020 per contrastare l’obesità e le altre problematiche legate al consumo eccessivo di zuccheri.
Cos’è la sugar tax
La sugar tax è una tassa che mira a promuovere abitudini alimentari più sane, riducendo il consumo di zuccheri in linea con quanto fatto da altri Paesi europei. I prodotti a essere colpiti sono ovviamente le bibite, i soft drink e tutte le bevande contenenti zuccheri.
Le mancate entrate per lo Stato
La proroga della sugar tax voluta dal governo Meloni ha un impatto sul bilancio dello Stato, che rinuncia a circa 60 milioni di euro di entrate:
“Prendiamo atto con soddisfazione che la nostra proposta di rinviare ulteriormente questo inutile balzello è stata accolta dal Consiglio dei ministri”, hanno dichiarato in una nota i capigruppo di Forza Italia alla Camera e al Senato Paolo Barelli e Maurizio Gasparri. “Ora lavoriamo affinché questa imposta sia abolita del tutto poiché dannosa per famiglie e imprese. Forza Italia continuerà a battersi contro tasse inutili nell’interesse dell’economia e dei cittadini. È il momento di sostenere la crescita, non di ostacolarla con tasse ereditate dalla sinistra e dai grillini”, hanno aggiunto.
Per eliminare definitivamente la sugar tax il governo ha necessità di trovare altre coperture:
“Stiamo studiando la possibilità dell’eliminazione definitiva, anche se sappiamo che non è facile e ci vogliono le risorse”, ha detto il portavoce nazionale di Forza Italia Raffaele Nevi. “Se si vuole far slittare l’entrata in vigore o cancellarla del tutto, bisogna trovare le coperture. Vale circa 300 milioni di euro l’anno” ha concluso Nevi.
Evviva!
Esulta Assobibe, l’associazione di Confindustria che raggruppa i produttori di bevande analcoliche in Italia, che ovviamente chiede la cancellazione definitiva contro il Made in Italy:
“Il nostro è l’unico comparto su cui pendono due nuove tasse come la sugar e la plastic tax, non sostenibili per chi fa impresa nel Paese” – ha dichiarato Giangiacomo Pierini, presidente Assobibe.
Quindi? I consumatori possono stare tranquilli, niente rincari per il momento e i posti di lavoro salvi
La salute è solo un effetto collaterale di un business che vede solo gli introiti. Studi sui danni delle bevande zuccherate sulla salute ce ne sono tantissimi, ma studi sul fatto che la sugar tax funzioni o possa funzionare sono limitati e territoriali. Le determinanti che riguardano il problema sono molte, troppe ed estrapolare le statistiche dal contesto dello studio può essere fuorviante.
Di certo la sugar tax non è la soluzione
Assobibe sottolinea che “dopo la Commissione europea, recentemente anche l’Organizzazione mondiale della sanità ha chiarito che non è tra le opzioni principali da adottare nei Paesi ai fini di migliorare la salute dei cittadini”.
Certo cara Assobibe che non lo è, ma questo non vuol dire nemmeno che dovete continuare a produrre prodotti dannosi che mettono a rischio la salute del consumatore. La soluzione potrebbe essere, ad esempio, cambiare gli ingredienti.
Tra i vostri associati ci sono aziende virtuose, che producono con senno ed etica. Prendetele come esempio e cambiate VOI approccio, perché tra le vostre aziende, il Made in Italy si mischia con chi questa etichetta non la merita.
A te consumatore, ma veramente hai bisogno di una tassa che tuteli la tua salute. Smettere di comprarle e di berle?
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