Introduzione

Oggi, 10 dicembre, è la giornata mondiale dei “DIRITTI UMANI”, una celebrazione sovranazionale che si tiene in tutto il mondo. La data è stata scelta per ricordare la proclamazione da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite della Dichiarazione universale dei diritti umani, il 10 dicembre 1948[1]. Diritti ampiamente violati su tutti i livelli, questo è indubbio, ma io vorrei raccontarti, in modo riassuntivo dei diritti umani in relazione al “cibo adeguato”.

Il cibo che mangiamo, che coltiviamo, che alleviamo è sempre più avvelenato, elaborato, raffinato, manipolato, addirittura oggi lo si progetta in laboratorio affinché si creino prodotti capaci di portare il consumatore all’apice del piacere, creandone dipendenza.

Le multinazionali stanno diventando sempre più forti, più dei governi, più delle politiche nazionali, più della scienza corretta e oculata, si perché c’è un’altra scienza: quella corrotta. In pochi sanno, però, che produrre un cibo a favore del business ma a discapito della salute umana e dell’ambiente, è una chiara violazione dei diritti, e quei governi che non intervengono a tutela della salute dei cittadini, sono passibili di denuncia.

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Suggerimento

Prima di procedere, voglio segnalarti un libro:” Il cibo – respiro dell’anima, energia per la vita, nutrimento della pace – di Benito Perrone – edizione Rubbettino. E’ da questo libro che ho scoperto la visione del cibo sul piano legislativo, ed è da qui che ho preso coscienza di quanto il consumatore, o meglio, i cittadini di tutto il mondo, non siano tutelati. La maggiore esperta di questo argomento è l’Avv. Maria Bottiglieri, a cui il libro fa riferimento, ed è dal suo scritto che ho raccolto i punti essenziali.

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Cos’è il diritto al cibo adeguato?

E’ un diritto di tutti di

“avere un accesso regolare, permanente, libero, sia direttamente sia tramite acquisti monetari, a cibo quantitativamente e qualitativamente adeguato, sufficiente, corrispondente alle tradizioni culturali della popolazione di cui fa parte il consumatore e in grado di assicurare una vita psichica e fisica, individuale e collettiva, priva di angoscia, soddisfacente e degna.»

Nonostante il “diritto all’alimentazione” non abbia un esplicito riferimento nella Costituzione italiana, non ne implica l’irrilevanza. I fondatori della Costituzione collocarono,  in apertura,  il riconoscimento della dignità umana, mettendo all’Art. 1 il diritto al lavoro e all’art. 3 l’uguaglianza sostanziale di tutti i cittadini.

Purtroppo siamo in un era in cui la disoccupazione è strutturale e tutelare l’accesso al cibo adeguato tramite il solo diritto al lavoro sembra non essere più sufficiente. Ė quindi necessario analizzare in modo più approfondito, le numerose dimensioni del diritto al cibo che risultano essere altrimenti protette.

La legge che tutela

Una ricerca internazionale della FAO afferma che la Costituzione italiana protegge indirettamente il diritto al cibo mediante l’adesione dell’Italia ai Trattati internazionali che lo garantiscono. Il principio di dignità umana e dignità sociale, ricavabile principalmente dagli artt. 3, 36, 41 Cost., andrebbe considerato come la chiave di lettura attraverso cui leggere le diverse dimensioni del diritto al cibo tutelate dalla Carta costituzionale.

Il diritto al cibo, infatti, richiede che, oltre al nutrimento fisico, sia nutrita la dignità di ogni uomo e questo significa che ogni volta in cui la malnutrizione (sia la denutrizione che la sovralimentazione) è tale da degradare l’essere umano, la dignità umana viene violata.

Dal testo costituzionale si deducono almeno tre aspetti di legame tra principio di dignità e diritto al cibo:

In primo luogo, il livello di accesso al cibo di ogni persona dovrebbe essere tale da garantirgli una pari dignità sociale nelle sue relazioni intersoggettive: sia in quelle con i propri simili, nelle diverse formazioni sociali dove si sviluppa la sua personalità, sia nelle relazioni con gli apparati pubblici.

In secondo luogo, la retribuzione del lavoratore e della lavoratrice (artt. 36 – 37 Cost.) – o le misure di assistenza e previdenza previste (art. 38 Cost.) o prevedibili (come il reddito di cittadinanza) – dovrebbero essere di un livello tale che sia  assicurata una dieta sufficientemente nutriente, sana, accettabile da un punto di vista culturale o religioso e tale da non frustrare altri bisogni primari, da non negare cioè il “diritto alla sopravvivenza”, le cui componenti principali sono appunto cibo, salute, abitazione e istruzione.

In una terza accezione, il diritto di accedere a un cibo adeguato in modo conforme alla “dignità umana” potrebbe essere inteso come limite alla libertà di iniziativa economica, la quale andrebbe a esso conformata.

Il diritto di scelta

L’art. 13 costituisce altresì il fondamento del diritto di autodeterminarsi in materia di scelte alimentari, anche quando la libertà personale è limitata, in modo pieno, come negli istituti carcerari, o in modo limitato come nei casi, ad esempio, di degenza ospedaliera.

Rapporti etico – sociali

Gli artt. 33-34 Cost. Tutelano sia il diritto a una educazione alimentare e nutrizionale nelle scuole e il relativo insegnamento, sia la ricerca scientifica e tecnica nei diversi settori disciplinari che studiano il cibo.

I doveri pubblici

Il primo soggetto titolare del dovere di nutrire i cittadini è lo Stato che, sulla base dei Trattati internazionali, è depositario di doveri generali e doveri specifici. Sono doveri specifici:

  1. Rispettare il diritto al cibo, di astenersi cioè da comportamenti che possono limitare l’esercizio del diritto di accedere a un cibo adeguato: si tratta di un dovere negativo, che è ad esempio rispettato dalle disposizioni che, riconoscendo la libertà di culto e i correlati rituali alimentari, impegnano lo Stato a rispettare un accesso al cibo accettabile dal punto di vista culturale e religioso;

  2. Proteggere il diritto al cibo richiede allo Stato di intervenire con misure ad hoc quando altri soggetti privati neghino alle persone di realizzare tale diritto; si pensi, ad esempio, alla legislazione sull’igiene degli alimenti che pone limiti alla libera iniziativa economica delle aziende alimentari nell’intento di proteggere il diritto dei consumatori di accedere a un cibo sano;

  3. Soddisfare pienamente o rendere effettivo il diritto al cibo richiede che lo Stato faciliti, con azioni positive, l’accesso al cibo adeguato da parte dei soggetti e dei gruppi più vulnerabili; tale obbligo può essere attuato sia con misure di sostegno del reddito che misure di assistenza alimentare (dalla social card all’organizzazione del servizio di ristorazione delle mense pubbliche).

La ricerca lo dice da tempo

Grazie all’alimentazione moderna, un ambiente inquinato e uno stile di vita frenetico, le malattie non trasmissibili sono sempre più in aumento e le ricerche scientifiche guidate da enti autorevoli come The Lancet, il WCRF, USRTK e altri, stanno concentrando il loro lavoro sull’importanza di strutturare politiche necessarie a ridurre il carico sanitario. Le malattie croniche non trasmissibili (MCNT) sono la principale causa di morte in Italia, responsabili di circa il 90% dei decessi totali. Qualche numero?

  • Nel 2023 si sono verificati, complessivamente 230.539 morti per malattie del sistema circolatorio (prima causa di morte)[2];
  • In Italia si stima che circa 4 milioni di persone vivano con il diabete, corrispondenti a circa il 6,3-6,6% della popolazione, ma con un’importante quota di casi non diagnosticati, fino a 1,5 milioni, che porterebbe il totale stimato a circa 5 milioni o più di adulti affetti, con un’incidenza in crescita anche tra i giovani e un forte aumento con l’età[3];
  • Oggi in Italia si stimano circa 390.100 nuovi casi di tumore nel 2024, (350.000 nel 2019) con 174.566 decessi nel 2022, seconda causa di morte dopo le malattie cardiocircolatorie.[4]

Questo è il quadro della situazione, sicuramente in difetto, ma i riferimenti costituzionali per il diritto al cibo adeguato sono chiari e cristallini. Una domanda sorge spontanea: Lo Stato lo sa?

 

SCARICA PDF COMPLETO “La protezione del diritto al cibo adeguato nella Sostituzione italiana” di Maria Bottiglieri.


[1] https://it.wikipedia.org/wiki/Giornata_mondiale_dei_diritti_umani

[2] https://www.iss.it/-/cuore-il-41-degli-italiani-tra-18-e-69-anni-ha-almeno-tre-fattori-di-rischio#:~:text=Le%20malattie%20cardiovascolari%2C%20che%20includono,disponibile)%20con%20217%20mila%20decessi.

[3] https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/alimentazione/diabete-in-italia-dopo-ventanni-gli-uomini-piu-colpiti-delle-donne#:~:text=Vivere%20sano-,DIABETE%20IN%20AUMENTO%20COSTANTE,che%20richiedono%20politiche%20pubbliche%20inclusive%C2%BB.

[4] https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/oncologia/tumori-in-italia-2024-numeri-stabili-piu-guarigioni-e-cala-la-mortalita-nei-giovani#:~:text=sui%20lasciti%20testamentari-,Tumori%20in%20Italia%202024:%20numeri%20stabili%2C%20pi%C3%B9%20guarigioni%20e,cala%20la%20mortalit%C3%A0%20nei%20giovani&text=390.100.,Diagnostica%20(SIAPeC%2DIAP).